Probiotici, lattobacilli… ne sentiamo parlare spesso, ma non sempre sappiamo esattamente di cosa si sta parlando. Oggi approfondiamo il tema del Lactobacillus rhamnosus, parlando anche della sua relazione con l’obesità e la perdita di peso.

Cos’è il Lactobacillus rhamnosus?

Il L. rhamnosus è un batterio intestinale che fa parte del microbiota umano.

Il microbiota umano (insieme di microorganismi simbiotici che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo) svolge un ruolo essenziale nel metabolismo energetico dell’ospite e costituisce un ecosistema complesso: in media 70 diverse specie batteriche che colonizzano l’intestino di un adulto.

Il microbiota intestinale gioca un ruolo chiave nello sviluppo dei disordini metabolici. È stato effettuato un esperimento per rivelare informazioni specifiche sul microbioma intestinale in un modello di obesità indotta dalla dieta (DIO) e sotto l’applicazione del Lactobacillus rhamnosus (LGG), probiotico ampiamente studiato. L’analisi dei risultati ha mostrato un cambiamento straordinario nello stato di obesità. Essendo uno dei probiotici più studiati, la funzionalità del LGG è stata collegata all’alleviamento della sindrome metabolica e ad un impatto sul microbioma1

La funzione dei probiotici: il caso L. rhamnosus

La somministrazione di probiotici è considerata un approccio promettente per modulare il microbiota in modo benefico2. Gli effetti antiobesità dei probiotici sono stati riportati in modelli animali3 e in studi clinici4; questi ultimi hanno studiato l’effetto antiobesità di specifici ceppi probiotici; i dati hanno confermato che le misurazioni di addome, vita, fianchi, peso, BMI, erano significativamente ridotte nel gruppo che consumava il probiotico Lactobacillus rhamnosus (LGG).

L. Rhamnosus e perdita di peso.

Dalle ultime evidenze scientifiche si evince che l’assunzione del L. rhamnosus, in associazione ad una sana alimentazione ed esercizio fisico, induce la perdita di peso: dai risultati dello studio è emerso che le donne trattate con il Lactobacillus rhamnosus hanno perso il doppio del peso rispetto ai controlli durante le 24 settimane di osservazione, in cui è stato notato anche un calo sia della leptina, ormone che regola l’appetito, sia del numero di batteri intestinali tipici dell’obesità5. Esso evidenzia proprietà antiobesità ed antinfiammatorie6, infatti i risultati dello studio mostrano un miglioramento dei parametri del fegato nei bambini obesi con disfunzione epatica: protegge da adiposità indotta da dieta ricca di grassi ed inverte la resistenza all’insulina, inoltre, riduce significativamente i livelli ematici di trigliceridi e colesterolo, diminuendo il contenuto di grasso del fegato e riducendo le espressioni di geni lipogeni e pro-infiammatori epatici7.  L. rhamnosus esercita un effetto antidiabetico, con un effetto anti-iperglicemico, nello specifico migliora ulteriormente la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina8.

L’impiego di L.rhamnosus in uno studio condotto in bambini obesi con NAFLD, ha ripristinato la funzionalità epatica9, infatti, protegge contro la steatosi epatica non alcolica, aumentando i batteri benefici nell’intestino tenue distale e attenua l’accumulo di grasso epatico e le concentrazioni portali di alanina-aminotransferasi (è un esame che permette di valutare la funzionalità epatica).

Il biologo nutrizionista può elaborare diete (profili nutrizionali) al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio benessere, quale orientamento nutrizionale, finalizzato al miglioramento dello stato di salute. Ricordiamo che la dieta costituisce uno dei principali fattori esogeni in grado di condizionare la composizione qualitativa e quantitativa della microflora intestinale. In tale ambito, il nutrizionista può suggerire o consigliare integratori alimentari a base di probiotici contenenti Lactobacillus rhamnosus, benefico per il tratto gastrointestinale ed ha proprietà che contrastano nello specifico l’obesità (riduzione della circonferenza addome, vita, fianchi in concomitanza a perdita di peso).

 

Bibliografia:

1-Ji Y, Park S, Park H, Hwang E, Shin H, Pot B, et al. Modulation of active gut microbiota by Lactobacillus rhamnosus GG in a diet induced obesity murine model. Front Microbiol. 2018;9: 710

2- Steer, T., Carpenter, H., Tuohy, K., and Gibson, G. R. (2000). Perspectives on therole of the human gut microbiota and its modulation by pro- and prebiotics.Nutr. Res. Rev. 13, 229–254. doi: 10.1079/095442200108729089

3- Alard J., Lehrter V., Rhimi M., Mangin I., Peucelle V., Abraham A. L., et al. (2016). Beneficial metabolic effects of selected probiotics on diet-induced obesity and insulin resistance in mice are associated with improvement of dysbiotic gut microbiota. Environ. Microbiol. 18 1484–1497. 10.1111/1462-2920.13181

5- Sanchez M, Darimont C, Drapeau V, Emady-Azar S, Lepage M, Rezzonico E, Ngom-Bru C, Berger B, Philippe L, Ammon-Zuffrey C, Leone P, Chevrier G, St-Amand E, Marette A, Doré J, Tremblay A.Effect of Lactobacillus rhamnosus CGMCC1.3724 supplementation on weight loss and maintenance in obese men and women.Br J Nutr. 2014 Apr 28;111(8):1507-19. doi: 10.1017/S0007114513003875.

6- Pothuraju R, Sharma RK, Chagalamarri J, Kavadi PK, Jangra S.

Influence of milk fermented with Lactobacillus rhamnosus NCDC 17 alone and in combination with herbal ingredients on diet induced adiposity and related gene expression in C57BL/6J mice. Food Funct. 2015 Nov;6(11):3576-84. doi: 10.1039/c5fo00781j.

7-Kim B, Park KY, Ji Y, Park S, Holzapfel W, Hyun CK. Protective effects of Lactobacillus rhamnosus GG against dyslipidemia in high-fat diet-induced obese mice. Biochem Biophys Res Commun. 2016 Apr 29;473(2):530-6. doi:10.1016/j.bbrc.2016.03.107.

8- Park KY, Kim B, Hyun CK.Lactobacillus rhamnosus GG improves glucose tolerance through alleviating ER stress and suppressing macrophage activation in db/db mice.J Clin Biochem Nutr. 2015 May;56(3):240-6. doi: 10.3164/jcbn.14-116.

9- Sáez-Lara MJ, Robles-Sanchez C, Ruiz-Ojeda FJ, Plaza-Diaz J, Gil A.Effects of Probiotics and Synbiotics on Obesity, Insulin Resistance Syndrome, Type 2 Diabetes and Non-Alcoholic Fatty Liver Disease: A Review of Human Clinical Trials.Int J Mol Sci. 2016 Jun 13;17(6). pii: E928. doi: 10.3390/ijms17060928. Review.