Quando giocavo a pallavolo lo stretching era il momento del gossip, delle chiacchiere e del rilassamento. Una piccola oasi defaticante per il corpo e per la mente presa spesso alla leggera.

Si tratta invece di una fase dell’allentamento fondamentale, da praticare con cura. Perché? Scopriamolo insieme e non lo salterete più.

Cos’è lo stretching?

Il termine stretching significa esattamente allungamento, più precisamente dei muscoli: tutti gli esercizi che lo compongono hanno infatti il fine di rendere il nostro corpo più elastico, flessibile e, di conseguenza, più reattivo.

Potremmo riassumere i benefici dello stretching nel dire che aiuta i muscoli e le articolazioni a mantenersi giovani, sollecitando il tessuto connettivo.

La paternità della sua “invenzione” viene fatta risalire a Bob Anderson e al suo volume Stretching del 1975, ma le radici della disciplina sono molto più antiche (più di 2.000 anni) e si intrecciano con l’apporto olistico al benessere della cultura orientale.  “Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo.” o in questo caso i suoi benefici per la salute dei nostri muscoli.

Esistono diversi tipi di stretching, ma i fondamentali sono tre:

  • stretching statico – è il più comune in assoluto e prevede il mantenimento di posizioni specifiche per circa 30 secondi, come nello yoga.
  • stretching dinamico – si pratica attraverso movimenti veloci e controllati sul muscolo da allungare (pensate ad esempio al riscaldamento di un giocatore di calcio prima di entrare in campo).
  • stretching isometrico – più elaborato e definito, si suddivide in altre sottocategorie ed è praticato con l’ausilio di professionisti, spesso anche in caso di riabilitazione dopo un infortunio.

Le regole base dello stretching

Pensate che fare stretching significhi solo stiracchiarsi la mattina o allungare i muscoli un paio di minuti dopo una corsetta? Sbagliato.

O meglio – praticato in questo modo non è in grado di aiutare la mobilità del corpo e spesso rischia anche di creare ulteriori problemi.

Come svolgerlo quindi al meglio?

  • non superare mai la soglia del dolore;
  • mantenere ogni posizione tra i 15 e i 30 secondi;
  • se non si è allenati, praticare lo stretching a muscoli “caldi” (basta anche qualche minuto di camminata). La fine dell’allenamento è quindi il momento migliore;

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